Avete mai fatto un tour entrando direttamente nelle viscere della montagna? Ebbene si, non avremmo mai immaginato di poter esplorare così in profondità una valle fin dentro la roccia nel vero senso del termine, si può fare ed è veramente emozionane! Ma andiamo per ordine.
La neve in quota non molla e quindi con Ivan, David e Thomas organizziamo qualcosa di alternativo. L’itinerario è fra i classici percorsi frequentati dai bikers bellunesi ma per noi era un’assoluta novità ed è stata un’avventura pazzesca. Decidiamo di partire dall’abitato del Peron in comune di Sedico, così da percorrere un po’ di strada in tranquillità prima delle grandi fatiche, un buon modo per riscaldare le gambe. La giornata è perfetta, meteo ottimo e una temperatura veramente gradevole, finalmente si pedala in maniche corte!
Ci avviciniamo a Bolzano Bellunese pedalando solo su stradine secondarie, superando il passo del Cervo e le frazioni di Libano, Bolago, Tisoi. A Bolzano Bellunese scendiamo verso Belluno e pochi metri dopo l’incrocio ci tuffiamo a sinistra lungo una stratta stradina asfaltata, in prossimità dell’unica abitazione diventa sterrata con fondo piuttosto smosso. Al termine della discesa un piccolo ponticello sospeso sulla forra di Corontola permette di oltrepassare il fiume Ardo, e già le acque danno spettacolo. Sotto di noi il lavoro di secoli e secoli di erosione.
Saliamo verso Sopracroda e la primissima parte ci costringe ad un breve ma intenso portage attraverso un sentierino nel bosco appena visibile. Poi diventa più marcato e pedalabile, oltre il bosco una sterrata ci permette di arrivare alle prime abitazioni. Al paese iniziamo a pedalare con molta tranquillità verso il rifugio Col di Roanza lungo la rotabile per fortuna poco frequentata. Poco prima di raggiungere il rifugio a sinistra si stacca una sterrata che indica “Rifugio VII Alpini – loc. Mariano”, ridendo e scherzando abbiamo già fatto 800 metri di dislivello positivo
Imbocchiamo la comoda strada forestale che alterna brevi rampe in salita a tratti in piano e discesa. Raggiungiamo la quota più alta del nostro tour dove in posizione stremeamente panoramica è stata collocata una panchina, l’invito ad una sosta è irrinunciabile e aprofittiamo per contemplare il panorama. Il colpo d’occhio sulla valle sottostante è vertiginoso e il teatro della Schiara giusto di fronte a noi è grandioso. Peccato che le nuvole abbraccino in parte la montagna privandoci di un magnifico scorcio verso la Gusela del Vescovà, del resto non tutto è perfetto.
Breve discesa ed ecco il momento di entrare nell’oscurità della galleria, in realtà è una sola anche se in rete si trova la dicitura “gallerie del Serva”. Si tratta di un tunnel scavato nella roccia lungo circa 350 metri con alcune aperture verso valle che fanno filtrare un po’ di luce, altrimenti saremmo veramente nel buio più totale. Una torcia o un faro per bici sono assolutamente raccomandabili per percorrere in sicurezza questo tratto. Ci chiediamo a cosa servisse quest’opera e scopriamo che venne scavata più di mezzo secolo fa in occasione della costruzione dell’acquedotto a servizio della città di Belluno. Ritornati alla luce del sole scendiamo ora per rapidi tornanti e in breve ci ritroviamo in fondo alla valle, in località Mariano. Un tempo lontano in questo luogo recondito sorgevano alcune case abitate, il nome sembra doversi attribuire all’ultimo abitante vissuto qui. Si notano solo alcuni resti di muri a secco inghiottiti dal verde del bosco e dei muschi. Il guado per gli escursionisti è agevolato da due tronchi di legno e un cordino che dovrebe fungere da corrimano, ma molto ballerino. Con le eBike preferiamo di gran lunga saltare da un sasso all’altro per evitare manovre troppo azzardate, per fortuna non c’è molta acqua. Siamo al bivio dove parte il sentiero per salire al rifugio VII Alpini. Con le biciclette non è proprio il caso, proseguiamo il nostro anello. Un ponte di cemento segna l’inizio del sentiero che ci condurrà a Case Bortot. Stiamo entrando nel territorio dove insiste il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, il regolamento qui vieta di affrontare i sentieri in MTB. Inoltre il percorso in alcuni tratti presenta rocce, salti ed è piuttosto esposto. Evitiamo di pedalare e portiamo le bici a mano per la nostra sicurezza e per chi incontriamo. L’ultimo tratto il sentiero ritorna mulattiera e qui sarebbe d’obbligo scendere a visitare il Bus del Buson, una forra naturale formatasi dall’erosione delle acque, un luogo suggestivo dove le voci rimbalzano fra le strette pareti di roccia. Purtroppo anche stavolta è tardi e dobbiamo rinviare la visita.
Raggiunte le abitazioni di Case Bortot anziché scendere per l’asfalto imbocchiamo a destra la sterrata a servizio di poche case sparse. Passando sotto l’ultima abitazione raggiungiamo un rudere con davanti una comoda panchina…comoda? Non direi, ad ogni modo azzardiamo una foto.
Proseguiamo scvendendo per un velocissimo e divertentissimo trail che ci riporta nuovamente sull’alfalto poco prima di Gioz. Qui seguiamo il percorso dell’andata fino al parcheggio. Innumerevoli varianti, highlight e soste si potrebbero fare durante questo tour, ma preferiamo lasciare alla fantasia di ognuno le proprie personalizzazioni.
Dettagli tecnici:
29,30 km
980 m – di dislivello positivo
901 m – quota massima raggiunta
Traccia STRAVA: http://www.strava.com/…/segments/2806507217058257128
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