Il Sassolungo, in ladino Sasslonch è una splendida e caratteristica montagna dolomitica a cavallo fra il Trentino e l’Alto Adige. Il versante trentino s’impenna verticalmente fin dal fondovalle, la parte altoatesina è invece più dolce, sorretta dai verdi pascoli dell’Alpe di Siusi. Un reticolo di strade sterrate e sentieri abbracciano questo colosso roccioso assieme al vicino Sassopiatto, e naturalmente oltre a rappresentare una delle classiche mete per gli escursionisti è anche l’ambiente ideale per i ciclisti con MTB classiche o nel nostro caso eBike. L’obiettivo che abbiamo in mente è l’anello in senso antiorario di Sassolungo e Sassopiatto. Per farlo nella maniera più comoda possibile partiamo da Campitello di Fassa e ci appoggiamo alla funivia del Col Rodella per il primo importante strappo di quasi 1000 metri di dislivello che ci permette di partire già da 2383 metri di quota. Il biglietto solo andata con bicicletta al seguito si aggira sui 15 euro (prezzo aggiornato all’estate 2020). Scesi dalla funivia l’impatto con la mole del Sassolungo è notevole, ce lo ritroviamo giusto di fronte nella sua immensità.
Mentre i camminatori scenderanno per il sentiero che ricalca la linea della pista da sci verso il rifugio Friedrich August facendo attenzione a non inciampare in uno Yak disteso al sole, noi potremo già divertirci sul primo breve trail downhill Icarus che ci fa atterrare velocemente al rifugio Salei. Proseguiamo poi alla volta del Comici, da alcuni definito il rifugio più chic delle Dolomiti. Lo raggiungeremo lungo una pista di ghiaia bianca condivisa con gli escursionisti ma ben delimitata per lasciare spazio a tutti, TRAIL TOLERANCE recita il cartello a inizio sentiero. Qui si sale più in alto per superare la “Città dei sassi”, luogo ricco di fascino ma da evitare assolutamente con le due ruote, il rischio è di dover fare un lungo e massacrante portage a spalla. Dal Comici poi scendiamo per sterrata e sentiero alla volta del monte Pana, la vista sul Sassolungo da questa angolazione è vertiginosa, noi ci passiamo proprio sotto.
Il ciclocomputer segna un dislivello negativo di circa 500 metri, oggi non c’è proprio verso di fare fatica. Continuiamo in discesa verso Saltria. Lungo questa comoda strada forestale dovremmo solo fare attenzione all’incrocio a quota 1780 dove troveremo la strada che sale da Santa Cristina, qui si gira a sinistra procedendo in falsopiano e poi in salita con il Sassolungo sempre alla nostra sinistra. La strada si sviluppa nel bosco e iniziamo ad incrociare molti ciclisti con le ebike a noleggio che sfrecciano con l’assistenza massima facendosi beffa di noi. Poco importa, il nostro giro è ancora lungo e risparmiare sulla batteria ci permetterà di affrontare la salita al passo Duron in tranquillità. Ora nella mia descrizione, e nel conseguente tracciato Strava, il giro prevedeva un pedalata anche sull’altopiano dell’Alpe di Siusi. Si tratta quasi interamente di strade asfaltate che a molti potrebbero non piacere ma c’è da dire che sull’Alpe vige il divieto di transito ai non aventi diritto, quindi il traffico è veramente al minimo e tranne le autovetture dei proprietari terrieri e dei clienti degli hotel, per il resto si incontra solo gente a piedi o in bicicletta quindi varrebbe la pena allargare il tour. Inoltre ci sono alcuni punti dove scattare foto magnifiche con l’accoppiata Sassolungo Sassopiatto. Per chi preferisce, per antipatia all’asfalto o per mancanza di tempo, si dovrà fare attenzione al bivio per il rifugio Zallingher, sarà questa la strada da percorrere per un giro più stretto attorno alla montagna. Lungo questa via più corta l’itinerario tornerà poi in comune poco oltre il rifugio Molignon/Mahlknecht Hütte. Il nostro itinerario ci porta invece a Saltria, all’estremità dell’altopiano e da qui inziamo a salire lungo l’asfalto con scorci sempre stupendi sulle montagne circostanti.
In questa zona vi sono parecchi punti di ristoro dove la cucina ladina sudtirolese è la protagonista assoluta. Knödel , Goulasch suppe, Kaiserschmarrn, e una buona birra o un bicchier di vino. Del resto ce lo siamo guadagnato…ops, il dislivello per ora segna più discesa che salita!!! Vabbè, avremo modo di consumare le energie più tardi. Dopo la pausa ci teniamo sempre larghi sulla piana per giungere nel punto più affollato (e onestamente molto poco caratteristico) di tutta l’Alpe di Siusi ovvero l’abitato di Compaccio/Compatsch. Imbocchiamo molto velocemente a sinistra la salita verso la zona chiamata Paluch di Ladins. Poco prima dell’hotel Panorama assecondiamo il bivio verso l’alpe Molignon/Mahlknecht. Ci fermiamo però ad ammirare lo Sciliar con le sue due guglie terminali slanciate verso il blu del cielo, punta Euringer seguita dalla Santner, meravigliose architetture naturali.
Finisce l’asfalto e la strada ritorna sterrata, cambia anche molto repentinamente il paesaggio e la zona più turistica dell’Alpe di Siusi cede spazio ad un ambiente più naturale e meno affollato. Passiamo vicino al rifugio Almenrosenhütte e non servno spegazioni sull’origine del nome: è luglio e i cuscini di rododendro in fiore tingono di rosa i prati tutto attorno. Una meraviglia per gli occhi. Qui il Sassolungo scompare alla vista e il Sassopiatto domina la scena, è proprio piatto!
Al rifugio Molignon ci concediamo una pausa. Qui una stazione di ricarica per biciclette elettriche è ben fornita di prese, vi sono anche delle colonnne dedicate esclusivamente ai motori Bosch, non serve il caricabatteria originale ma bisogna avere con se un cavo dedicato per una carica rapida, a saperlo prima! Il sentiero a fianco del rifugio è rigorosamente vietato alle biciclette, scendiamo quindi lungo la strada fino ad un incrocio ed iniziamo la vera salita, sicuramente la più dura dell’intero giro. Le rampe più ripide sono cementate. Superiamo l’incrocio con la sterrata che giunge dalla Zallinger e proseguiamo con andatura più dolce fino al passo Duron a 2168 metri. Che luogo magnifico. Ci sentiamo di aver fatto la nostra conquista! Avete ancora tempo ed energie? Una puntatina al rifugio Alpe di Tires si potrebbe anche fare! La strada è veramente ripida ma il colpo d’occhio sui Denti di Terrarossa è unico, sembra di essere in Patagonia dove le guglie affilate delle montagne chiudono l’orizzonte.
Il rifugio è bellissimo, una struttura d’alta quota a 2440 metri recentemente rinnovata, inserita in un contesto paesaggistico di solo roccia. Ennesima pausa? Ma si, un dolcetto alle quattro del pomeriggio ci sta tutto prima di scendere! Scegliamo rigorosamente il Kaiserschmarrn.
Tornati sulla stessa via al passo Duron affrontiamo la lunghissima discesa lungo l’omonima valle per rientrare a Campitello. Le prime rampe sono ripide e il fondo è piuttosto smosso, poi tutto diventa più dolce e molto veloce. Il fondovalle è molto bello e ce lo godiamo tutto prima di infilarci nel bosco lungo la parte finale del tracciato.
In un lampo torniamo alla realtà di una affollata Campitello, con i turisti, le vetrine dei negozi e le automobili incolonnate. Giro del Sassolungo un po’ allargato concluso, altra bellissima avventura che mi sento di consigliare a tutti, anche ai meno esperti perchè non presenta nulla di particolarmente difficoltoso e ripaga con tanta bellezza.
Dettagli tecnici:
47,28 km
1304 m – di dislivello positivo
2168 m – quota massima raggiunta (passo Duron)
2.440 m – quota massima raggiunta (rifugio Alpe di Tires)
Traccia STRAVA: http://www.strava.com/…/segments/2806507217058257128
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