Sebbene sia classicamente conosciuto come “giro dei 5 rifugi” in realtà se ne possono toccare sei o anche sette. Al di là dei numeri però una cosa è certa: è fra i tour ad anello da percorrere in eBike più belli, inserito in un maestoso contesto naturale è un “must have” che non può mancare nel corollario di un biker di montagna.
L’ho percorso a settembre 2020 con l’amico Ivan e mio nipote Alberto.
Siamo partiti da Fiames (Cortina d’Ampezzo) di buon mattino sotto un cielo terso tipico della stagione. E’ assolutamente consigliato percorre l’anello in senso antiorario così da evitare di dover affrontare in salita i tratti più ripidi ed impegnativi. Dopo aver attraversato il bosco in direzione di Sant’Ubaldo imbocchiamo la strada che porta alla malga Ra Stua: unico tratto asfaltato che richiede già un bello sforzo sui pedali, soprattutto per non abusare già da ora della preziosa carica della batteria.
Oltre la malga una comoda sterrata quasi pianeggiante ci porta al bivio di Ciampo de Cros, qui il fiume Boite inizia fra curve sinuose a prendere forma. Proseguendo verso sinistra si raggiunge direttamente Fodara Vedla passando per il lago di Rudo, ma il giro classico prevede la salita della val Salata alla volta del rifugio Senes ed è ciò che faremo.
Questo è sicuramente il segmento più duro dell’intero giro: strada ripida e a tratti ripidissima, il cemento aiuta un po’ la progressione nei tratti dove il fondo smosso impedisce un buon grip della ruota posteriore. Chi pedala con le muscolari in alcuni di questi tratti è costretto a scendere e spingere la bici, con le ebike si riesce comunque a rimanere in sella. Rifiatiamo in vista il pianoro che precede il rifugio Senes dove volendo si potrebbe unire al tour anche la salita al rifugio Biella e visitare il lago di Fosses. Noi per questa volta passiamo oltre anche perchè conservo ancora il ricordo di un motore che sembrava volermi abbandonare proprio lì, per fortuna si rivelò un falso allarme.
Il Senes è affollatissimo, proseguiamo oltre scendendo per una velocissima sterrata, ecco che Fodara Vedla ci dà il benvenuto. Il luogo è un incanto. Sembra uno di quei piccoli villaggi con le casette di legno che esistono solo nei film, l’atmosfera che si respira è d’altri tempi ma qui è reale più che mai.
Decidiamo di pranzare al rifugio (https://www.fodara.it/it) considerato che abbiamo a disposizione anche una comoda stazione di ricarica ebike con molte prese. In verità non servirebbe nemmeno ricaricare ma quel po’ di energia in più ci potrebbe venire in aiuto a fine giro, quando le gambe saranno un po’ più stanche. Dopo un’ottimo pranzo con l’ integrazione di sali minerali che abbiamo trovato in tre fresche birre bionde ci prendiamo il tempo per fare qualche foto.
Breve salita e discesa a capofitto verso Pederù. Correggo…a capofitto meglio di no! La strada da sterrata diventa cementata e molto ripida, coperta di insidioso ghiaino che sconsiglia ogni minima distrazione. Incontriamo un paio di biker che pedalano in salita, non la farei mai in questa direzione, molto meglio scendere, con prudenza!
Da Pederù la salita continua su una larga strada di ghiaia a servizio dei rifugi, ammetto che a tratti risulta un po’ noiosa ma in alto ci vengono riservate alcune belle sorprese. Prima si passa per la malga Pices Fanes, un vero giardino di montagna.
Proseguendo la strada si divide, a sinistra si sale direttamente al rifugio Fanes. Noi teniamo la destra e in breve veniamo catapultati nel paradiso alpino che circonda la conca dove sorge il rifugio Lavarella. Immancabile la pausa fotografica prima di salire verso il passo di Limo.
Decidiamo di provare una scorciatoia lungo un sentiero sull’altra sponda dello specchio d’acqua ma alla fine ci ritroviamo a dover spingere, conviene tornare quel po’ indietro per seguire lungo la sterrata che sale verso il rifugio Fanes.
Ripresa più in alto la nostra via lo scollinamento al passo di Limo – la nostra quota più alta della giornata (2174 metri) – è un qualcosa di indescrivibile, un paesaggio desertico e lunare che ci trasporta lontano dalla realtà: un lago alpino, montagne tutto attorno e nessun riferimento certo, solo una via da seguire, un sogno condiviso con i camminatori che percorrono l’Alta Via numero 1.
Una breve discesa ci obbliga a tornare con i piedi per terra e l’ultima pausa ci viene offerta alla malga/rifugio Ütia de Gran Fanes.
Affrontiamo poi in velocità la bellissima discesa lungo la valle di Fanes. Purtroppo non c’è il tempo per una visita alle cascate di Fanes ma se vi capita è una sosta davvero imperdibile, noi avremo modo di recuperare al prossimo giro.Rientriamo a Fiames abbastanza stanchi perchè il giro è comunque lungo e faticoso ma le emozioni superano tutto tanto che non vediamo l’ora di poterlo rifare.
Dettagli tecnici:
40,63 km
1.589 m – di dislivello positivo
2.174 m – quota massima raggiunta
Traccia STRAVA: http://www.strava.com/…/segments/2806507217058257128
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